Post by Giacobino da TradateDevi accettare l'idea che, prima di arrivare all'esperimento
randomizzato con tutti i santi crismi, qualcuno deve pur avere una
intuizione e una percezione "ingenua", che poi verra' verificata (o
falsificata).
L'intuizione fino ad allora e' indubbiamente una semplice opinione, o
come dici tu "solo discorsi". Ma il discorso di Rigoli, che data la sua
posizione "ha il polso" dei test diagnostici della sua regione, non e'
quella di un cretino qualunque.
Alzare o abbassare il cutoff di un esame dicotomico puo' dire perdere
pazienti veri o riempirsi di false positivita', che costano,
allarmano, se se sono troppe ti fanno abbassare la guardia davanti alle
positivita' vere.
lasciamo stare Bayes, ma posizionare correttamente un cutoff e'
delicato, innanzitutto tecnicamente, poi anche politicamente.
non riesco a leggere il testo del link, nel colophon credo di aver
letto che Crisanti abbia negato che la carica virale abbia a che fare
con la malattia.
Messa cosi' non sono d'accordo con Crisanti, la medicina non e'
mai tutto o nulla e non e' neanche proporzionalita' pura, la
maggior parte delle malattie sono "proporzionali con soglia".
Se la carica e' inferiore alla soglia, ossia alle capacita' di compenso
o di contrasto dell'organismo, l'infezione o il danno c'e' ma la
malattia non si manifesta.
Questa "proporzionalita' con soglia" e' alla base del fatto che si
mettono le mascherine e ci si lavano le mani. Non possiamo sigillare
la vita in una bolla ma possiamo ridurre la carica al di sotto della
soglia.
Se invece Crisanti discuteva tecnicamente del livello a cui si deve
posizionare il cutoff, che lui li metterebbe diversi da Rigoli, beh
questi sono dettagli tecnici fra chierici, per poter interloquire
bisognerebbe avere una cognizione completa dei dettagli.
TI copioincollo l'intervista, come ti avevo detto ieri sera.
Professor Crisanti, il lavoro del suo collega Rigoli mette in evidenza due
aspetti: il primo è che quasi tutti i positivi sono asintomatici o hanno
sintomi lievi, il secondo è che molti di loro non sono contagiosi perché
il loro organismo contiene solo frammenti di virus ormai inerti. Cosa ne
pensa? «Chi parla dell’infettività di questo virus non sa quello che dice,
perché l’infettività si misura sperimentalmente, e sull’uomo non è
possibile fare nessun esperimento e non esiste un modello animale. Senza
numeri e senza misura non è scienza, sono solo chiacchiere. Siccome non è
possibile fare sperimentazioni di infettività sull’uomo, nessuno sa qual è
la dose infettiva di questo virus e non c’è nulla da commentare: non si
può commentare con un argomento scientifico una cosa che non è Scienza».
Secondo lei si tratta di uno studio privo di valore? «Io lo studio non
l’ho visto, mi baso sul fatto che non esistono modelli animali. Sarebbe
interessante capire come hanno fatto queste misurazioni, ma bisogna
chiederlo a loro. Qual è la dose infettiva? Lo sa qualcuno? Non lo sa
nessuno. Sarebbe interessante sapere sulla base di quali misure sono state
fatte queste affermazioni. Se la carica virale è bassa, chi lo dice che il
virus non è infettivo? Per alcune malattie basta un batterio per provocare
l’infezione, ma lo sappiamo perché c’è un modello animale».
Questo studio sembra in linea con la ricerca dell’istituto Mario Negri,
stando alla quale i nuovi casi positivi hanno una carica virale molto
bassa. Anche Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva
dell’ospedale San Raffaele di Milano, aveva detto che «il virus non esiste
più». La preoccupa questa tendenza a ridimensionare il fenomeno? «Per me
queste letture vengono fatte senza sapere il perché di quello che sta
succedendo. È indubbio che i casi attuali non sono gravi, non lo discuto,
ma il 22 febbraio a Vo’ c’erano 150 persone positive e in ospedale ce ne
sono andate tre, mentre gli altri avevano un’infezione simile a quella che
sta circolando adesso. Allora c’è da chiedersi: che cosa succedeva prima
che scoppiasse tutto questo? E noi che cosa stiamo vedendo?».
Quindi l’entità della carica virale è poco indicativa? «All’epoca la
malattia non aveva dato nessuna notizia di sé, questo significa che le
prime infezioni erano a carica bassa e molto simili a quelle che vediamo
adesso. Lo scenario non è cambiato, è cambiato il nostro punto di vista su
quello che osserviamo».
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« Morirò rivoluzionario, proletario, marxista, materialista dialettico e
di conseguenza ateo convinto.»